Impianto di una Farmacia per la provvista dei medicinali ai malati poveri del Comune,
ammessi alla cura gratuita.
(Seduta pubblica del Consiglio Comunale di Reggio Emilia in data 26 aprile 1900)
Egregi Colleghi
In adempimento dell'impegno assunto con la promessa fattavi nella relazione finanziaria letta al Consiglio nostro nella pubblica adunanza del 3 febbraio p. p. - di sottoporre, cioè, a Voi, entro breve termine, i provvedimenti necessari riguardanti l'esercizio, in economia, del servizio per la somministrazione gratuita dei medicinali ai malati poveri non ammessi a fruire delle beneficenze concesse dalla locale Congregazione di Carità, la vostra Giunta è ora in grado di proporvi, per l'approvazione, l'impianto di una Farmacia municipale, il cui funzionamento dovrebbe cominciare col giorno 1 del luglio p. v., epoca nella quale - per le diffide all'uopo notificate agli Interessati - ha termine la convenzione in corso fra il nostro Comune e i Farmacisti della Città.
Al fine pertanto di provvedere al proposto impianto, che - in via di esperimento - deve, presentemente, limitarsi nei più ristretti limiti dell'assolutamente indispensabile, la Giunta domanda di essere autorizzata a sostenere le relative spese, che si presentano suddivise nei tre seguenti distinti gruppi:
a. Adattamento dei locali;
b. Acquisto del mobiliare e dell'arredo;
c. Personale e materiale per l'esercizio della predetta Farmacia nel 2° semestre del 1900.
Trattando distintamente di ognuno degli enunciati gruppi diremo, pel primo, che evidenti ragioni di comodità e di economia, hanno consigliato la scelta del locale nel pianterreno del palazzo comunale; e, precisamente, dove ora trovano sede gli Uffici di Economato e dei Servizi funebri, a disposizione dei quali potranno mettersi altri ambienti - ora liberi e convenientemente adatti - nella casa, pure comunale e a quello annessa, detta = dell'Ariosto =. L'accesso dal cortile denominato = della Frumentaria =, mentre serve ad una migliore distribuzione dei locali, non pregiudica la prontezza del servizio anche nelle ore notturne, poiché fu resa permanente, a comodo del Publico, - ivi, - la comunicazione diretta fra la Via di = S. Pietro Martire = e il Voltone di = Via Farini =.
I lavori di adattamento dei predetti locali, come consta dalla relativa perizia del nostro Ufficio tecnico municipale, la quale fu tenuta ed è pur ora posta a vostra disposizione, importano una spesa complessiva di L. 1000, cui potrà farsi fronte col fondo stanziato, in eguale somma, alla Categoria 72a del Bilancio, per lavori straordinari ai fabbricati comunali. Quanto al mobiliare e all'arredo, formante oggetto del secondo gruppo delle spese su indicate e descritto in apposito Elenco, che pure poniamo a disposizione del Consiglio, è preveduta una spesa approssimativa, di L. 3500, della quale la nostra amministrazione può - senza scapito alcuno - provvedere all'anticipo in favore di sé medesima, valendosi dell'impostazione a calcolo, approvata nelle partite di giro, sotto l'art. 3 della categoria 135 del nostro Bilancio per l'esercizio in corso. Il reintegro relativo si effettuerà gradualmente col destinare ad esso la quota che, alla fine di ogni esercizio, si otterrà di utile nella gestione della Farmacia, compensandone l'intiera spesa con il corrispondente carico che, proporzionalmente alle ricette spedite, il Comune nostro avrebbe, altrimenti, dovuto sostenere in base alla convenzione testè disdetta coi Farmacisti della Città. Ciò interessa che - in linea finanziaria- risulti ben chiaro e spiegato, tanto più che, nel solo primo bimestre dell'anno in corso, si presenta già impegnato, per oltre un terzo del suo importare lo stanziamento, il quale, da L. 10000 fu - in base a proposta della Giunta - elevato a L. 15000, per la somministrazione gratuita dei medicinali ai poveri infermi del nostro Comune.
Il motivo dell'ora accennato aumento di spesa, che, per identità di ragioni, può riprodursi durante il periodo della conduzione diretta di quel servizio, dipende esclusivamente dal moltiplicato numero delle ordinazioni, per le quali, nel gennaio 1900, si è avuta una media giornaliera di 94 ricette, e, nel febbraio successivo, di 170: mentre la più forte media mensile rilevata nel 1899, limitò il conto a sole 78 ricette al giorno. Per questo motivo le spese di esercizio della Farmacia formante oggetto del terzo ed ultimo gruppo ed imputabili, pel secondo semestre dell'anno corrente, all'Articolo I della Cat. 118 del Preventivo 1900 - se possono essere calcolate in giusta misura pel Personale, altrettanto non si presentano di sicura determinazione per ciò che riflette il materiale e, precisamente, per la parte più importante di esso, relativa alla provvista dei medicinali. Per questi e pel materiale di medicatura, si prevede una spesa, di primo impianto, di L. 3300 - da accrescere, successivamente, a seconda delle riforniture che - in relazione al consumo - si renderanno necessarie.
L'illuminazione, il riscaldamento, la carta, le scatole, le bottiglie e le altre minute spese si calcola che - come appare dal relativo Elenco già messo e posto anche ora, o Colleghi, a vostra disposizione - possano importare un dispendio complessivo di L. 500 circa.
Il personale riconosciuto necessario per assicurare il regolare andamento della Farmacia, rapporto al servizio e alla legge, si compone di un Farmacista Direttore; - di un Farmacista e di un Inserviente, salvo il caso di un Aiuto straordinario nell'eventualità di eccezionali contingenze - con un totale dispendio, a calcolo, pel 1900, di L. 2660, avuto riguardo che l'assunzione in servizio del Personale stesso dovrà avvenire circa un mese prima della apertura della Farmacia, al fine di assicurare, a tempo debito, l'approntamento di tutte le preparazioni, che - con maggiore spesa e minore garanzia di qualità, vengono oggi - per pura comodità - comunemente ricercate dal commercio.
Certo è che la spesa di primo acquisto dei medicinali e del materiale di medicatura, non che l'anticipata chiamata in servizio del Personale, verranno a riversare sulla gestione della Farmacia un carico immediato e straordinario più attinente, per sua natura, alle spese di impianto che a quelle di esercizio dove esse si vollero pensatamente comprese per maggiore chiarezza ed unità di conto; ma la conseguenza che ne deriva si intravede tosto nel fatto che nei primi sei mesi del suo funzionamento non fu calcolato di riferire alcuna somma a diminuzione e sconto delle spese di impianto della Farmacia predetta, nel preconcetto di provvedere in seguito, all'uopo e nei modi già accennati, sulla base delle risultanze offerte da gestioni complete e normali.
Crede poi infine la Giunta più conveniente e spedito di prescindere - con le prescritte autorizzazioni - dalle formalità degli appalti, sia per le opere e sia per le provviste di qualunque natura, il cui importo presunto superi le L. 500 e parimenti ritiene opportuno, a scanso di ogni impegno d'indole continuativa, da parte del Comune, di avere a sé demandata la facoltà di assumere, per quest'anno, il Personale abbisognevole, in via assolutamente precaria e con retribuzione mensile.
Sottopone perciò, essa Giunta, al vostro voto - o Colleghi - il seguente Ordine del giorno:
IL CONSIGLIO
Udita la relazione della Giunta riguardante l'impianto e l'esercizio di una Farmacia municipale, qui in Reggio, per la somministrazione gratuita dei medicinali, ai Malati poveri di questo Comune;
Veduti i progetti tecnici accennati nella relazione precitata;
Preso atto che alle spese necessarie per l'impianto e l'esercizio della su detta Farmacia, si ha modo di provvedere con fondi regolarmente deliberati nel Bilancio per l'anno in corso, alle Categorie: - 72a, per quanto riguarda l'adattamento necessario dei locali; - 135 - art. 3 - per ciò che concerne le spese di impianto; -118a - art. 1 - , per quanto riflette il materiale e il servizio, abbisognevoli pel regolare esercizio della Farmacia stessa, salvi gli ulteriori provvedimenti che, in seguito, si riconoscesse necessario d'adottare;
Facendo sue le considerazioni e le proposte esposte e giustificate con la premessa relazione della Giunta;
Osservato il disposto dagli art. 175 - N. 5 - 166 - 283 - , del Testo unico della legge comunale e provinciale approvato con R. Decreto in data 4 - maggio 1898 - N. 164>>:
DELIBERA:
I. approvarsi l'impianto e l'esercizio di una Farmacia municipale, qui in Reggio, per la somministrazione gratuita dei medicinali ai Malati poveri di questo Comune, dove e come è proposto dalla Giunta con l'apposito suo progetto tecnico e finanziario;
II. - approvarsi che alle spese di impianto e di esercizio della Farmacia predetta, riferibilmente al secondo semestre del corrente anno, le quali, nel loro complesso, sono prevedute e si ritengono determinate in L. 11000 - escluse le riforniture delle provviste, si provveda da essa Giunta, rispettivamente coi fondi inscritti e disponibili nel Bilancio preventivo comunale pel 1900, alle Categorie accennate nella motivazione di questa deliberazione;
III. - abilitarsi la ricordata Giunta a provvedere ai lavori e agli acquisti necessari per l'impianto e l'esercizio della memorata Farmacia, in conformità del relativo suo progetto, sia in economia, sia per trattativa privata, subordinatamente alle autorizzazioni che devono ritenersi fin d'ora domandate al R. Prefetto; e così pure - per quanto occorre possa, trattandosi di semplici delegazioni temporanee alla assunzione, in servizio, del Personale strettamente necessario per il servizio publico su enunciato>>.
Annunciata aperta - dal Presidente - la discussione sulla predetta proposta complessa della Giunta, e trascorrendo alcuni istanti senza che nessuno opponga, alla proposta medesima, osservazione qualsiasi, il Consigliere sig. Dott. Guatteri dice che, se ad altri non piaccia di prendere la parola rapporto al merito di quella, egli ne approfitterà per una dichiarazione di voto. Posso - egli segue a dire - riconoscere meritevole di considerazione la su indicata proposta della Giunta, in via di massima o quanto ai principi ai quali si informa: ma, rispetto alle modalità, onde ora ci si presenta concretata, e ai relativi dati di giustificazione, pare a me che avrebbe potuto e, forse, dovuto essere accompagnata da un progetto meglio meditato, più chiaro e - mi si permetta il dirlo - anche più preciso. Comincio, intanto, col dubitare che con una spesa complessiva di sole L. 2660 si possa remunerare equamente il Personale necessario per il regolare esercizio della Farmacia divisata da impiantare; e che, per questa, possano bastare un Farmacista, Direttore; un Farmacista ed un Inserviente, specie se vi potranno essere spedite ricette anche per la cura di malati non ammessi all'assistenza sanitaria gratuita per conto di questo Comune, come non pare escluso. Queste ed altre linee oscure, non mi permettono - egli conclude - di votare in favore della proposta della Giunta.
Entrano nell'aula, successivamente, i Consiglieri sigg.: Franci e Santini.
Il Consigliere sig. Avv. Cocchi premesso che non intende addentrarsi nel merito della questione ora qui posta dal Consigliere sig. Dott. Guatteri prenominato, perocchè egli se ne senta e non esiti a dichiararsene incompetente, dice che approfitterà della parola - da lui chiesta e a lui concessa - unicamente per fare avvertito quel suo Collega, che, fuor di dubio per mera inavvertenza, ha basato le osservazioni sue su due equivoci. Il primo di questi - egli soggiunge - stà nel fatto dell'avere egli ritenuto che le L. 2660 fissate, dalla Giunta, per le remunerazioni dovute al Personale che sarà addetto alla Farmacia in progetto, riguardino il servizio da prestare da quel Personale nel corso di un anno anziché di un solo semestre: il secondo, nell'avere presupposto che la predetta Farmacia abbia a prestarsi a spedire ricette anche pei malati non ammessi alla cura gratuita per conto di questo Comune, mentre, - almeno fino a che non siano intervenuti accordi con le Amministrazioni della locale Congregazione di Carità o di altre Istituzioni civiche di beneficenza - sarà mantenuta aperta esclusivamente per l'assistenza sanitaria di quelli. Del resto - segue a dire il prefato Consigliere sig. Avv. Cocchi - trattasi, per ora, di un impianto semplicemente provvisorio; e, non pertanto, ben studiato e giustificato, si da lasciare sperare che risponderà, nei risultamenti della prova, alle fidate aspettative, in modo da consentire di venire poi a migliori e più larghi avvedimenti. Però egli crede che il progetto ora in discussione - quale si presenta concretato dalla Giunta - meriti di essere approvato.
Replica il Consigliere sig. Dott. Guatteri avvertendo, anzitutto, di non confidare molto nelle speranze portate in campo dal suo Collega Consigliere sig. Avv. Cocchi. Oggi - egli segue a dire - abbiamo, tutta per noi, una certa spesa di impianto e non sappiamo se, quando e quali delle civiche nostre Opere pie potranno e vorranno consociarsi a noi nell'esercizio della progettata Farmacia. Però, di fronte a questa incertezza, di fronte a una spesa certa e relativamente grave, che potremmo risparmiare continuando a provvedere al bisogno ricorrendo ai Farmacisti esercenti qui in Reggio, i quali ci hanno offerto e ci vorranno mantenere un ribasso ancora abbastanza largo sui prezzi correnti dei medicinali, io - egli conclude - rimango fermo nel proposito già manifestato.
Il Consigliere sig. Cav. Avv. Fulloni - premesso che anch'egli, come il Collega suo Consigliere Avv. Cocchi, potrebbe cominciare con l'avvertire che in questa facenda ha competenza assai poca - soggiunge che - avendo tenuto qui la Presidenza del civico Ospedale di S. Maria nuova per gli Infermi - ha potuto capacitarsi che i dubi opposti al progetto della Giunta su enunciato, dal Consigliere sig. Dott. Guatteri, si risolvono in certezza. Crede anch'egli che il Personale preveduto bastevole, dalla Giunta, pel regolare servizio da prestare, pur nelle ore della notte, nella progettata Farmacia, nella quale, in media si avranno a spedire 100 o 120 ricette quotidianamente, riescirà assolutamente insufficienti al bisogno: e però si renderà necessario lo allargare la spesa preventivata per le remunerazioni relative. E altrettanto egli prevede quanto al fondo che la prefata Giunta ha creduto di determinare in L. 3300 per la necessaria dotazione della Farmacia da impiantare, considerando che quella del civico Ospedale su detto - la quale può qualificarsi un rudere a fronte delle odierne esigenze in fatto di materiali farmaceutici - ha, non pertanto una dotazione di L. 7000. D'altronde io capirei - egli segue a dire - la possibilità dell'utile, cui mira la Giunta con la sua proposta, se si avessero già sicuri, dal nostro Comune, gli accordi con le civiche Opere pie, per l'impianto e l'esercizio di una Farmacia consorziale; perocchè in tal caso, la ripartizione delle spese e degli scapiti fra più Interessati e sopra un numero relativamente considerevole di ricette spedite, escluderebbe il pericolo di un eventuale passivo, il quale eliminasse o assorbisse a dismisura ogni profitto. Occorre dunque studiare ancora, prima di deliberare al riguardo su avvertito; e tanto più, considerando che per provvedere all'esercizio della memorata Farmacia, si deve ora fare assegnamento sopra fondi stanziati nella parte facoltativa del nostro Bilancio 1900, il quale non si ha e non si sà ancora se e come potrà essere approvato dalla Autorità superiore competente. Però il temporeggiare - in questo caso - a lui pare provvido, sperando egli che, frattanto, i Farmacisti nella Città continueranno a consentire al nostro Comune le agevolezze che gli hanno usate fino ad ora. Del resto - egli conclude - trattandosi di argomento il quale interessa le finanze comunali, bene mi affido che anche l'egregio Assessore sig. Giglioli, - a questo preposto - converrà con me nel riconoscere la necessità di ulteriori e migliori studi, perché si abbia poi a provvedere all'uopo cautamente.
Chiesta ed ottenuta la parola, il prefato Assessore sig. Giglioli, dichiara che ne approfitterà unicamente per dare alcuni schiarimenti, perocchè - a suo avviso - il progetto ben meditato, della Giunta, del quale ora qui si discute, non abbia bisogno né di maggiori studi né di difese. Nota intanto che il Consigliere sig. Fulloni ben fece a dichiararsi incompetente a giudicare dell'argomento in trattazione, avvenga che, con le sue osservazioni, abbia dimostrato che egli, Avvocato abilissimo, è pessimo Consigliere d'affari; e che la sua Presidenza al civico nostro Ospedale per gli Infermi, non gli ha procurata alcuna cognizione pratica in fatto di esercizio di una Farmacia. Si duole che l'altro Consigliere sig. Dott. Guatteri non si sia curato - contro le sue buone abitudini - di recarsi a leggere e ad esaminare gli atti del progetto in esame, cui - usando di quella diligenza - avrebbe risparmiate ora - egli crede - le sue censure. Fa colpa di eguale negligenza al prefato Consigliere sig. Avv. Fulloni, il quale subito se ne sgrava coll'avvertire - interloquendo - di non avere mancato di condursi ad esaminare gli atti predetti; locchè offre motivo ad esso sig. Assessore Giglioli di soggiungere prontamente, di rimando: ma non tutti e attentamente; perocchè, altrimenti, non avrebbe affermato che il memorato progetto della Giunta non è maturo ed è finanziariamente non buono. Indi, ripigliando il suo discorso, segue a dire: io credo che, dalla Giunta, non si sia mai tanto meditato e studiato a fondo un progetto, quanto quello, del quale qui si discute. Giustifica tale sua affermazione con notizie particolari; e parlando, intanto, delle spese riguardanti il materiale di dotazione della Farmacia su ricordata, narra del come si procedette ad accertarne- comunque in via presuntiva - il preciso ammontare. Questo - egli soggiunge - si volle e si ebbe determinato sulla base di elementi e dati incontrovertibili; lo spoglio, cioè, di tutte le ricette spedite, per conto del nostro Comune, nel primo semestre 1899; il quale spoglio si volle fatto e risultò eseguito in modo diligentissimo, da persone di incontrastabile competenza in materia. Di tal guisa, essendosi avuto precisamente determinato il quantitativo delle varie specie di sostanze medicamentose, somministrate nel predetto periodo di tempo, e in modo di calcolarne perfino l'ultimo centigramma, si venne all'accertamento della spesa relativa. Però, applicando ai quantitativi prementovati i relativi prezzi di costo, pagati, per le medesime sostanze medicamentose, dalla Congregazione di Carità di Bologna, che esercisce, colà, una Farmacia per l'assistenza sanitaria dei malati poveri ammessi a fruire delle beneficenze da essa impartite, e pur tenuto conto persino delle goccie, del quanto basta e degli scrupoli, si constatò che i medicinali qui forniti, - nel corso intiero dei due semestre del 1899 - per conto del nostro Comune, avrebbero importato un dispendio di L. 3829,44 in complesso, mentre noi lo avemmo a sostenere in L.12916,48 con uno scapito evidente di L. 2000 a fronte di quanto avremmo dovuto spendere tenendo il prementovato servizio farmaceutico in economia; perocchè in tale caso, il su avvertito prezzo complessivo di puro costo, aumentato di qualsivoglia spesa, anche più minuta di esercizio, non esclusa quella per nevole, tappi, scatoline, etichette e simili, sarebbe salito a L. 10981,88, come è chiaramente dimostrato da conto apposito, inserito nella speciale relazione tecnica, (Allegato A) in atti al n. 2515.
Venendo ora a dire del Personale proposto dalla Giunta pel regolare servizio da prestare nella Farmacia comunale in progetto, desso Consigliere sig. Assessore Giglioli lo afferma più che sufficiente, esuberante al bisogno. Nota a tale proposito, rispondendo ad una delle osservazioni fatte in contrario, che la media giornaliera delle ricette da spedire, nella memorata Farmacia, è determinata esattamente nel numero di 71 di quelle; sì che, a spedirle, potrebbe bastare un solo Farmacista, non richiedersi l'opera dei due che la Giunta avvisa di chiamare in servizio per le necessarie vicendevoli sostituzioni nei momenti di individuale riposo. Riferendosi, indi, ad altra contraria osservazione, egli giustifica la assegnazione di L. 3300, proposta dalla Giunta per la dotazione della Farmacia più volte accennata, avvertendo che - come egli stesso ebbe, testè, occasione di notare - il nostro Comune, nell'intiero corso di un anno, per medicinali e materiale di medicature, - se gli fosse stato dato di farne acquisto a prezzi di puro costo - avrebbe avuto a sostenere una spesa complessiva di circa L. 3800; e che, del resto, si ha sempre facile e pronto il modo onde sopperire legittimamente alle riforniture o reintegrazioni, trattandosi di gestione di fondo per giro di partite in carico e scarico.
Passando, infine, a far parola di un'ultima osservazione dei Contradditori; di quella, cioè, che riguarda gli accordi da prendere, dal nostro Comune, con le Amministrazioni delle civiche Opere pie, per averle consociate nell'impianto e nell'esercizio della Farmacia, della quale trattasi, l'Assessore sig. Giglioli più volte nominato si dice fermamente convinto che dette Istituzioni non mancheranno - anche perché consigliatene dal rispettivo loro interesse - di venire agli accordi su avvertiti, non appena si trovino libere dagli impegni contrattuali, onde ora si trovano vincolate coi Farmacisti della Città. Del resto - egli soggiunge - noi, tentando adesso la prova in via di esperimento, nella quale ci è d'uopo di procedere molto cauti e guardinghi per evitare cadute; e volendo, per ciò, muovere i primi passi con prudente misura e modestia, salvo di allungarli, con sicurezza, a momento opportuno, avremmo, quasi, a dirci contenti di trovarci, per ora, soli nell'avviarci a rendere utilmente un publico servizio, del quale, in seguito, potranno avvantaggiarsi anche altri Enti locali.
Il Consigliere sig. Prof. Avv. Rabbeno dice che - essendosi parlato fin qui, del progetto della Giunta in discussione, unicamente nei riguardi d'indole finanziaria, amerebbe se ne facesse parola anche in quelli d'ordine morale; ossia un accenno ai vantaggi che gli Infermi poveri del nostro Comune potrebbero attendersi, dell'esercizio della divisata Farmacia comunale, per la migliore loro cura: - e il Consigliere sig. Dott. Guatteri - chiesta scusa al Presidente se mai si avesse a ritenere, da qualcuno, che gli invade le competenze di lui - risponderò subito - dice - alla domanda del Collega Consigliere Rabbeno, assicurando che - per quanto a me è dato saperne - i Farmacisti, qui esercenti, hanno reso e rendono - anche con loro scapito, atteso il ribasso, relativamente considerevole da essi consentito al nostro Comune, sui prezzi correnti dei medicinali - un servizio rispondente, in tutto, al legale ed umano suo intento. Ed ora - egli segue a dire - una parola all'egregio Assessore sig. Giglioli, cui piacque accusarmi di negligenza. Sarò stato negligente - lo ammetto - e ne recito il = mea culpa = nel non condurmi ad esaminare gli atti attinenti al progetto della Giunta, in trattazione: ma avverto che - pur tenuto conto di quanto qui mi fu dato apprenderne - mi sento, quale mi dichiaro, fermamente persuaso che, se pure li avessi veduti e studiati, sarei rimasto nelle espresse convinzioni mie né mi sarei mosso di una sola linea, dalle enunciate mie idee. Si osserva - soggiunge - dal prefato assessore sig. Giglioli che se 3800 lire bastarono a fare le spese per le provviste - a prezzo di primo costo - dei medicinali i quali abbisognarono al nostro Comune, nel corso di un anno intiero, per la cura gratuita dei malati poveri ammessi a fruire di tale beneficenza, le L. 3300 proposte da erogare - secondo il progetto della Giunta - per la necessaria dotazione della divisata Farmacia comunale, dovranno bastare convenientemente all'uopo: ma egli non avverte che quella spesa comprende nulla a reintegrazione delle altre, non poche, attinenti al vero impianto del servizio farmaceutico, cui da noi si ha a provvedere. E quando pure si avrà qui, da noi, impiantata la Farmacia ora in progetto, non si dovrà e vorrà rifornirla anche di quei medicinali nuovi, i quali, costituendo specialità, costano molto? E non si pensa agli scapiti, facili ad incorrere pel costituirsi inevitabile dei, così detti, fondi di magazzeno? Del resto bisognerà pur tenere la memorata Farmacia - come si suol dire - al corrente, non dirò con larghezza di provviste, quale e quanta esigerebbesi per una Farmacia a corredo pieno e perfetto, sì da trovarsi in grado di soddisfare prontamente a tutte le domande e le ricerche, pure in fatto di specialità le più nuove e le più costose - perocchè in tal caso non basterebbe, forse, una spesa di 50000 lire; - ma per quanto si rende necessario perché possa rispondere alle esigenze della medicina moderna, la quale affretta più rapido, ogni giorno, il suo cammino nella via dei suoi progressi. E ciò dobbiamo curare di potere e di volere, essendo umano e giusto che - pure in fatto di assistenza sanitaria - anche i poveri si abbiano, nei limiti del bisogno, i trattamenti curativi, consentiti agli agiati e ai ricchi. Parimenti non si avrà a tenere conto anche dei deperimenti che accadono e si constatano, non rari, nelle sostanze e nelle preparazioni medicamentose? Questo per quanto riflette il materiale, di cui ci occupiamo; e, rispetto al Personale? Il ricordato Assessore sig. Giglioli lo afferma non solo bastevole - quale è proposto dalla Giunta - ma soprabbondante al bisogno: e allora, dico io, ne tolga il Farmacista Direttore ne tolga pure il Farmacista, chè ne rimarrà, bastevole al necessario servizio, il proposto unico Inserviente.
Dopo ciò il prenominato Consigliere sig. Dott. Guatteri passa a fare qualche osservazione anche quanto al numero delle ricette, che si avranno a spedire giornalmente nella Farmacia comunale in progetto; e conclude dichiarando sembrargli prematuro il progetto ora proposto al Consiglio da deliberare, perocchè, - egli nota, - se può ammettersi studiato nelle sue linee generali, non può ritenersi che lo sia, almeno abbastanza, in tutti i suoi più minuti particolari.
Ridomandata la parola, il Consigliere sig. Assessore Giglioli ne approfitterà - dice - per rispondere brevissimamente, sia alla domanda del Consigliere sig. Prof. Rabbeno e sia alle ulteriori osservazioni, fatte, da ultimo, dall'altro Consigliere sig. Dott. Guatteri. Farà, intanto, notare al primo dei predetti Consiglieri, che la proposta della Giunta, in discussione, oltre che essere confortata, nel suo lato economico, da buoni avvedimenti finanziari, ben si raccomanda, nel riguardo, da lui avvertito, per la medesima ragione, onde, presso tutti, ha fede di assioma il detto comune, che - il pane manipolato in casa và sempre preferito a quello lavorato, da Fornai, per ispaccio nei loro pubblici esercizi. Al secondo degli stessi Consiglieri su nominati, ossia al sig. Dott. Guatteri, ripeterà seriamente - pur dichiarandosi pronto a fornirgliene le prove - che, quanto egli ebbe a dire, rapporto al Personale reputato bastevole, dalla Giunta, pel regolare esercizio della Farmacia istituenda, per conto del nostro Comune, risponde a fidate e legittime previsioni. Al quale proposito egli nota che nella Farmacia pel civico nostro Ospedale, nella quale si spediscono, ogni giorno, in media, 80 ricette, presta servizio e in modo da bastare al bisogno, un solo Farmacista; - e che presso la più importante Farmacia, aperta in Bologna da quella Congregazione di Carità, due Farmacisti ed un Assistente soltanto, bastano alla regolare spedizione quotidiana di 180 ricette. - Ma - segue a dire lo stesso Assessore sig. Giglioli - il ricordato Consigliere sig. Dott. Guatteri, si preoccupa di altro ancora; e, cioè, delle specialità medicamentose, più svariate e nuove, delle quali - a suo avviso - il nostro Comune, dovrebbe provvedere e mantenere rifornita sempre - con non poca spesa e con molti pericoli di rimanenze a scapito - la progettata sua Farmacia. E al riguardo io avverto che - almeno in via normale - noi non avremo bisogno di quelle, come non ne abbiamo abbisognato e non ne abbisogniamo pur ora, che, al servizio farmaceutico per la cura gratuita dei nostri malati poveri abbiamo provveduto e provvediamo ricorrendo, per la spedizione delle ricette mediche ai Farmacisti qui esercenti e regoliamo le ordinazioni sulla base di una Tabella o Tariffa adottata anche dalla locale Congregazione di Carità per l'assistenza sanitaria gratuita dei malati poveri appartenenti, per domicilio di soccorso, a questa Città. - Del resto - egli aggiunge - noi ci guarderemo bene dall'impegnarci in grossi acquisti di sostanze e di preparazioni medicamentose, ovviando, anche così, al pericolo delle rimanenze a scapito e dei deperimenti dannosi. - Conclude pertanto dichiarando di sperare che il prefato sig. Consigliere Dott. Guatteri non vorrà insistere nella sua opposizione, la quale ha causa principalmente da dubiezze e preoccupazioni da lui ritenute, anche per la loro origine, non meritevoli di molta considerazione.
Avvertendo il prefato Consigliere sig. Dott. Guatteri, che i Medici - Chirurghi condotti, a dipendenza della locale Congregazione di Carità non si sono acquetati - quanto ai medicinali da formare oggetto delle loro ordinazioni - alle limitazioni poste con la Tabella, cui l'Assessore sig. Giglioli ebbe testè ad accennare, il Sindaco osserva - in appoggio e a conferma delle dichiarazioni, onde l'Assessore su nominato trovò opportuno ed utile, al suo intento, di far cenno della Tabella su detta - che l'esperimento proposto, dalla Giunta, da tentare, si basa su ciò, che ora qui, da noi, si pratica; essendo evidente e incontrastabile che, volendosi provvedere all'uopo con maggiori larghezze, si dovrebbe necessariamente avvisare a spendere di più.
Il Consigliere sig. Cav. Avv. Fulloni, ricordate, per riassunto, le osservazioni fatte, da ultimo, dal memorato Assessore sig. Giglioli, dichiara che non può dirsene soddisfatto. Lo affermare - egli soggiunge - che, dalla Giunta, non si spenderà, più di L. 3300 nel provvedere alla necessaria dotazione della Farmacia in progetto, non vale a provare che questa si avrà una dotazione completa per quanto modesta. Nota che lo stesso Assessore, facendo le difese della proposta in discussione, sotto un aspetto diverso dal finanziario, ebbe a rammentare che, preparandosi - come si suol dire - il pane in casa, si spenderà meno e lo si avrà migliore: - ma egli si permette di dubitarne. Lo si avrà migliore - egli segue a dire - ma costerà di più, specie se preparato per famiglia piccola, quale appunto è, per ora, la nostra, rispetto al servizio che ci si propone di condurre per conto nostro.
A Piacenza si era provveduto al bisogno, del quale ci occupiamo, appunto come ora da noi qui si vorrebbe: ma là si è abbandonata subito la prova di una Farmacia publica per tornare alle provviste necessarie, col mezzo diretto dei Farmacisti esercenti in luogo. E d'altronde, da chi e come si potrà provvedere sicuramente all'onesto e assiduo, necessario controllo? Io che feci parte, non è molto, dell'Amministrazione del civico nostro Ospedale per gli Infermi ed ebbi ad applicare a qualche studio anche in fatto di servizio farmaceutico, ho avuto a convincermi che l'esercizio di una Farmacia, unicamente all'intento, cui da noi si ha a provvedere, può condurre a disastro. Dubito infine, e molto, che, col non lauto assegno annuale di L. 2000, si possa trovare facilmente un abile e coscienzoso Farmacista, il quale sia disposto ad assumersi l'incarico, assai importante e delicato, della direzione del servizio attinente al regolare esercizio della Farmacia, che qui si avviserebbe di impiantare e addossarsene tutte le gravi responsabilità relative.
Il Consigliere sig. Avv. Cocchi chiede la chiusura della discussione: e, in questo mentre, il Consigliere sig. Assessore Giglioli, avendo ridomandata la parola, rassicura il prenominato Consigliere sig. Cav. Avv. Fulloni, che la Giunta, certa di non andare errata, avendo a tutto riflettuto e tutto studiato e calcolato, colla assistenza illuminata e fidata anche di persona di competenza tecnica incontrastabile, provvederà al bisogno, sia pure quanto alla necessaria dotazione della divisata Farmacia comunale, convenientemente, senza escire dai limiti della sua proposta, la quale avvedutamente si volle tale da non consentire larghezze. Aggiunge che il controllo, del quale il prefato Consigliere mostra di preoccuparsi, continuerà ad essere fatto, come ora si suole, accurato, assiduo e diligentissimo, degli Uffici di Sanità e di Ragioneria municipali, sia per le qualità delle sostanze medicamentose e sia per i rispettivi loro prezzi. Tali constatazioni - egli soggiunge - si fanno ora regolarmente, a capo di ogni mese, con tanta accuratezza da rilevare, nell'esame delle ricette, anche le differenze minime, sia in danno, sia in vantaggio dei Farmacisti; ed è manifesto che quelle riesciranno molto più facili, quando avendosi impiantata e in esercizio la Farmacia comunale si dovrà accertare soltanto la quantità dei medicinali impiegati nel dare corso alle legali ordinazioni. Comunica al Consiglio a dimostrazione e conferma della verità delle dichiarazioni da lui ora fatte, quanto alla esattezza dei controlli, una nota di spoglio e di esame di ricette mediche, all'uopo da lui stesso richiamata dall'Ufficio di Ragioneria municipale; conclude esortando il prefato Consiglio a votare favorevolmente alla proposta della Giunta.
Il Consigliere sig. Avv. Rabbeno - premesso che, in massima e per ragione del principio, al quale si informa la proposta ormai qui lungamente discussa, condivideva già pienamente le idee e gli avvedimenti della Giunta - non tace che qualche preoccupazione avevano destata in lui le osservazioni fatte, da taluno, contro detta proposta, per riguardi finanziari e per difficoltà di necessari ed utili controlli. Ma le controsservazioni, chiare dell'Assessore sig. Giglioli, confortate da notizie precise, hanno dissipata in lui ogni dubiezza; e però si limiterebbe ora ad esprimere voto che la prova di esercizio della Farmacia comunale, cui allude appunto la proposta su accennata, si facesse, intanto, in via di esperimento, per un solo semestre.
Nota il Presidente che il voto espresso dal prefato Consigliere, trova pieno esaudimento nella proposta complessa della Giunta, ora da deliberare; e tale avvertimento egli, indi, ripete all'altro Consigliere sig. Dott. Guatteri, il quale, frattanto, ha chiesto se di quel voto si intenda, dal Consigliere sig. Avv. Rabbeno prenominato, di formare oggetto di speciale proposta. Dopo ciò nessun altro Consigliere domandando la parola, il prefato Presidente - riletto l'Ordine del giorno - qui sopra, da principio, letteralmente trascritto, avverte che la proposta complessa, col medesimo Ordine del giorno formolata, essendo essenzialmente univoca nelle sue parti, si che nessuna di queste potrebbe esserne smembrata senza scapito del concetto e degli avvedimenti che la informano, sarà da lui posta ai voti nella sua forma unica, se nessuno ne chieda la votazione per divisione. Tale avvertimento non provoca domanda od osservazione qualsiasi: e però il ricordato Presidente, pone ai voti la memorata proposta complessa della Giunta, come risulta concretata nell'Ordine del giorno su ricordato e - giusta il risultamento della votazione eseguita regolarmente per alzata e seduta, anche per controprova, e debitamente constatato da lui con l'assistenza dei tre Scrutatori - la proclama approvata con 26 voti sui 35 Consiglieri presenti e votanti.